Criticare l’allenatore o i compagni di squadra danneggia
il piccolo calciatore!
Si cresce imparando a conoscere e superare i propri
limiti, altrimenti si alimentano le insicurezze del bambino.
Capita spesso di
sentir giudicare l'operato dell'istruttore di Scuola Calcio da parte dei
genitori.
A volte accade
semplicemente per parlare un po' e colmare con due chiacchiere il tempo di una
partita o di allenamento. Altre volte, però, capita involontariamente di
condire questo atteggiamento con giudizi, non sempre positivi, sull'istruttore
e sul suo operato.
Ora, ognuno può fare e dire ciò che vuole a patto che
questo avvenga nel rispetto degli altri, e soprattutto del proprio figlio. In
tal senso dare un giudizio sul mister di fronte a lui può rischiare di renderlo
insicuro e indeciso in campo.
Questo perché se un adulto di cui il bambino si fida
ciecamente, trattandosi del proprio papà o della propria mamma, descrive in un
certo modo una persona, per lui quella è una realtà indiscutibile, non
un'opinione soggettiva di colui che la esprime.
Per esempio se un bambino sente dire da mamma o da papà:
“Questa maglietta rossa non ti sta bene” lui molto spesso non riesce a capire
che si tratta di un giudizio personale. Pensa che il rosso sia un colore che
non gli si addice in modo assoluto.
Così se uno dei genitori critica l'istruttore o un
compagno di squadra in virtù del suo punto di vista, per il figlio che ascolta
ciò che afferma il proprio genitore rappresenta la verità assoluta. Dare giudizi
personali su altri piccoli calciatori o sull’istruttore in presenza del giovane
atleta, rischia di confonderlo inquinando oltretutto il rapporto che lui
stabilisce con gli altri.
CRITICARE NON FA RIMA CON EDUCARE
A volte, con troppa superficialità, dopo una partita si
tende a criticare le decisioni dell'allenatore o la prestazione della squadra.
In questi casi oltre a inquinare l’idea che il bambino si fa degli altri, si
svalorizzano dei punti di riferimento come l’istruttore o un compagno di squadra
nei quali lui crede molto.
Avere intorno persone che criticano induce per emulazione
ad acquisire l'abitudine di disapprovare tutti, proiettando spesso sugli altri
le responsabilità di una sconfitta o di un evento sportivo, come per esempio
un’ammonizione, e così sfuma l'occasione di riconoscere le proprie
manchevolezze.
In questo senso può capitare che invece di rendersi conto
di non aver giocato bene il bambino impari a giustificarsi adducendo capri
espiatori.
Ci si abitua così a dare la colpa all’arbitro, al mister,
come si vede fare al papà o alla mamma. Un genitore che non riconosce i limiti
del figlio e ha l'abitudine di concentrarsi sulla performance di altri non fa
che rinforzare nel proprio bambino la brutta abitudine di spostare l'attenzione
altrove invece di imparare da una sana autocritica.
Così facendo si elude al giovane atleta l’opportunità di
riflettere e capire dove ha sbagliato traendo da ciò degli spunti di crescita.
Fonte:allfootball.it