IL PROFILO DEL TECNICO GIOVANILE
Allenare ed educare
i giovani al gioco del calcio non è un compito semplice, occorre che il tecnico
sia in grado di miscelare qualità tecniche, tattiche, educative, psicologiche e
comunicative, tenendo sempre in considerazione le fasce d’età
a cui si rivolge. Le sue competenze riguardano gli ambiti d’insegnamento in età
scolare ed una sufficiente conoscenza delle problematiche legate alle dinamiche
dell’apprendimento motorio. Deve, inoltre, conoscere e tenere presenti i
processi che regolano la maturazione fisica e le fasi sensibili che sono alla
base dello sviluppo biologico dell’apprendimento, in special modo delle
capacità coordinative, supporto essenziale nell’esecuzione dei gesti tecnici.
Per l’allenatore dei giovani calciatori, possedere queste qualità
caratteristiche, risulta determinante evidentemente per ottenere risultati
gratificanti, ma soprattutto riteniamo per ridurre eventuali errori e non
compromettere la potenziale crescita del bambino. Pertanto, nonostante il ruolo
di tecnico di Scuola Calcio sia una figura nata e consolidatasi all’interno del
volontariato, le competenze professionali a lui richieste sono molteplici ed
altrettanto significative sul piano culturale.
Il tecnico giovanile deve essere consapevole che la sua
opera ha una valenza formativa e deve essere in grado di modulare la sua
proposta tenendo conto delle caratteristiche proprie di ogni età.
Trattare i bambini ed i ragazzi da piccoli adulti
(proporre un programma didattico adatto ai grandi e ridotto solo sul piano
quantitativo) nuoce alla crescita non solo tecnica, ma anche psicologica degli
allievi.
Ancora troppi sono i tecnici malati di agonismo e
inconsapevoli assertori delle specializzazioni precoci!
La realtà
didattica nell’insegnamento giovanile invece non può fare a meno della sua
matrice educativa che la differenzia drasticamente rispetto alle metodologie
utilizzate con gli adulti.
Appare così evidente, quindi, che nella continua
evoluzione del calcio e delle conoscenze pedagogiche relative ai programmi di
insegnamento, anche la figura dell’allenatore si dovrà aggiornare coerentemente
a tali e relativi processi evolutivi.
L’allenatore deve formare i giovani dal punto di vista
educativo e sviluppare e allenare le abilità tecnico-tattiche e motorie che il
gioco richiede. Un bravo allenatore del settore giovanile, e della Scuola
Calcio in particolare, deve far apprendere con semplicità e metodo gli
obiettivi didattici sia individuali che di squadra. La sola abilità nel
mostrare il gesto tecnico non basta, deve soprattutto conoscere il metodo
migliore per trasmettere il proprio sapere e farlo apprendere stabilmente.
Deve inoltre mostrarsi sensibile nel saper cambiare e
riadattare la propria programmazione in risposta alle nuove abilità acquisite
ed ai progressi evidentemente conseguiti.
Nella sua formazione l’allenatore deve tener conto dei
seguenti fattori:
• mantenere un’elevata motivazione nel perseguire i
necessari miglioramenti, cioè nell’arricchire le proprie competenze
metodologiche, didattiche e psicosociali (relazionali);
• essere consapevole dei propri limiti e cercare di
rimuovere le relative difficoltà
• esaltare al massimo invece le proprie qualità;
• sviluppare una personale filosofia di lavoro, cercando,
quando possibile, soluzioni originali e creative;
• essere sensibile ed adattarsi al contesto presso il
quale si opera.