Esaminiamo in questo breve articolo, le cinque qualità che un buon Istruttore deve possedere per essere
all’altezza del suo compito e che le permettono di lavorare in modo attento e
professionale.
Parleremo, pertanto, di:
COMPETENZA;
CAPACITA’ DI COMUNICARE;
CARISMA – PERSONALITA’;
CAPACITA’ GESTIONALI;
SAPER EDUCARE ALL’EMOTIVITA’.
COMPETENZA
Un istruttore COMPETENTE mira
all’acquisizione di SAPERI (costituiti da conoscenze, nozioni ed informazioni
generali e specialistiche), CAPACITA’ (come principi generali di azioni) che
assicurino il controllo della sua attività didattica.
Per divenire competenti non
basta più essere capaci di riprodurre MODELLI DA IMITARE (come avveniva
attraverso l’addestramento a cui corrispondeva un apprendimento che induceva i
comportamenti desiderati in modo meccanico), ma bisogna essere in grado di
avere un controllo sulle procedure e sulle azioni (come avviene attualmente
attraverso la FORMAZIONE DELLE COMPETENZE,
acquisendo il PERCHE’ ed il
COME di ciò che viene appreso).
La COMPETENZA non è mai
STATICA ed in nessun modo può dirsi raggiunta.
La COMPETENZA è una qualità
che permette a ciascun ISTRUTTORE di adeguarsi ARMONICAMENTE alle richieste
dell’ambiente (basti pensare alla radice etimologica della parola stessa:
COMPETENTIA, per la tarda latinità, significava corrispondenza, armonia ad una
realtà data).
Sotto questo aspetto un
ISTRUTTORE COMPETENTE saprà adeguarsi armonicamente alle richieste
dell’ambiente in cui opera.
Le proprie COMPETENZE, ciascun
ISTRUTTORE le costruirà in un orizzonte di FORMAZIONE continua, dato che è il
contesto dinamico in cui si troverà ad operare.
Ogni COMPETENZA è formata da
un mix equilibrato di SAPERE, SAPER FARE,
SAPER ESSERE.
Mentre il SAPERE è costituito
dall’insieme delle informazioni e delle nozioni, sia di tipo generale che
specifico (possedute dall’individuo), il SAPER FARE è la capacità di metterle
in pratica attraverso abilità pratiche e concettuali.
Il SAPER ESSERE, invece, è una
META‐QUALITA’ che indica le caratteristiche personali del soggetto e di quei
processi psicologici e sociali che lo preparano a prestazioni efficaci.
Un ISTRUTTORE COMPETENTE dovrà
possedere tutte e 3 queste qualità contemporaneamente.
Ciascuna di queste QUALITA’ si
serve prevalentemente, anche se non esclusivamente, di certi CANALI DI
TRASMISSIONE:
il SAPERE privilegia la
COMUNICAZIONE SCRITTA e VERBALE;
il SAPER FARE privilegia
l’ESPERIENZA PRATICA;
il SAPER ESSERE privilegia l’ESEMPIO
INTENZIONALE, lo STIMOLO, la SITUAZIONE PROBLEMATICA.
Faccio un esempio.
Un ISTRUTTORE COMPETENTE, per
quanto riguarda l’AMBITO TECNICO, deve SAPERE o meglio CONOSCERE la TECNICA, ma
deve anche SAPER FARE (didatticamente parlando) un ALLENAMENTO sulla TECNICA;
questo però non basta (e di solito è la cosa più difficile da acquisire); deve
anche SAPER ESSERE l’istruttore dei suoi giovani allievi, diagnosticando la
composizione del gruppo, risolvendo i problemi di comprensione di ognuno,
relazionandosi a ciascuno di essi in modo adeguato.
Solo la COMBINAZIONE di queste
QUALITA’ determinerà la FORMAZIONE di un ISTRUTTORE COMPETENTE.
CAPACITA’ DI
COMUNICARE
Quando ci si trova di fronte
ad un processo di INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO, come avviene all’interno di una
SCUOLA CALCIO tra ISTRUTTORE ed i suoi GIOVANI DISCENTI, diviene fondamentale,
per la sua riuscita, la
COMUNICAZIONE INTERPERSONALE (verbale e non verbale) in entrambe le direzioni
dei due soggetti educativi coinvolti.
È chiaro che in una SCUOLA
CALCIO, vista la differenza di età dei soggetti coinvolti, con particolare
riferimento alla comunicazione verbale, è molto più importante la capacità di
comunicare dell’ISTRUTTORE in direzione del DISCENTE.
La figura dell’ISTRUTTORE è
fondamentale a livello di COMUNICAZIONE. Per indirizzare la qualità di
quest’ultima in entrambe le direzioni (COMUNICAZIONE INTERPERSONALE).
Senza un’adeguata
COMUNICAZIONE INTERPERSONALE non è possibile in realtà perseguire un efficace
processo di INSEGNAMENTO/APPRENDIMENTO, ma soprattutto si rischia di produrre
una COMUNICAZIONE INEFFICACE o addirittura contraddittoria.
Ma cos’è la COMUNICAZIONE
INTERPERSONALE?
La si definisce, solitamente,
come una serie di messaggi scambiati tra persone utilizzando vari codici ed
all’interno di un contesto che pone dei limiti e predispone dei contatti.
Si definisce COMUNICAZIONE
qualsiasi comportamento che si ha in presenza di un’altra persona.
Per questo si può comunicare
con un’altra persona non solo attraverso il LINGUAGGIO VERBALE (le parole) e
PARAVERBALE (come le parole vengono dette: tono della voce, pause tra le
stesse…), ma anche attraverso quello NON VERBALE fatto di gesti, posture,
silenzi.
Questo deve rendere
consapevoli dei buoni ISTRUTTORI che il proprio comportamento è sempre e
comunque un comportamento comunicativo, sia esso consapevole che inconsapevole.
Avendo a che fare nella SCUOLA
CALCIO con bambini in tenera età, per l’ISTRUTTORE, tra i vari tipi di
COMUNICAZIONE, le più importanti sono: la COMUNICAZIONE VERBALE e quella
PARAVERBALE.
L’importanza di quella VERBALE
crescerà proporzionalmente con il crescere dell’età dei soggetti coinvolti.
Un’altra dote importante (per
quanto concerne la COMUNICAZIONE) per diventare un buon ISTRUTTORE DELLA SCUOLA
CALCIO, vista la giovane età dei soggetti coinvolti, è quella di IMMEDESIMARSI,
a livello psicologico, nei propri interlocutori (i giovani calciatori).
L’IMMEDESIMARSI è una
STRATEGIA di conoscenza e comprensione dell’altro che può avvenire attraverso
un’identificazione reciproca; tale strategia viene denominata EMPATIA.
L’EMPATIA utilizza il
meccanismo psicologico di proiezione: io mi proietto nell’altro, faccio
sospensione del mio giudizio, cerco di capire il mondo dal punto di vista
dell’altro ed in questo modo posso capire meglio i contenuti esperienziali di
chi mi sta di fronte.
CARISMA –
PERSONALITA’
Un’ISTRUTTORE DELLA SCUOLA
CALCIO, per essere una figura importante all’interno del gruppo‐squadra, un
autentico punto di riferimento per tutti coloro che gli gravitano attorno, deve
possedere il necessario CARISMA ed una forte PERSONALITA’.
Vediamo ora nel dettaglio cosa
significa avere CARISMA e PERSONALITA’.
Per avere il necessario
CARISMA bisogna dimostrare di credere in tutto ciò che si dice; ogni gesto va
fatto con forza ed energia, ogni espressione deve essere coerente con il
significato che ha per noi il nostro messaggio.
Possedere una forte
PERSONALITA’ vuol dire saper coniugare in modo coerente i modi di sentire,
pensare e comportarsi.
La PERSONALITA’ è ciò che ci
rende UNICI, diversi gli uni dagli altri, rappresenta il modo di interagire con
il mondo.
Un ISTRUTTORE con una forte
PERSONALITA’ sarà in grado di liberare ai massimi livelli la propria
CREATIVITA’ ed avrà la capacità di mettere più forza ed energia in ciò che dice
e ciò che fa.
Già da quest’ultima
affermazione si può intuire che il CARISMA è una caratteristica tipica di un
soggetto dotato di una forte PERSONALITA’.
Una persona dotata di CARISMA
e PERSONALITA’ è prima di tutto una persona dotata di una forte AUTOSTIMA.
Un ISTRUTTORE con forte
PERSONALITA’ e CARISMA può assumere all’interno del gruppo‐squadra il ruolo di
LEADER.
CAPACITA’ GESTIONALI
Un buon ISTRUTTORE DELLA
SCUOLA CALCIO deve possedere anche ottime CAPACITA’ GESTIONALI, intese come
capacità di gestire le persone e le risorse.
Quante e quali sono le
CAPACITA’ GESTIONALI più importanti? Io ritengo occorra, per quanto riguarda la
SCUOLA CALCIO, metterne in risalto 6.
1. ORGANIZZAZIONE: intesa come
capacità di strutturare tutte le attività proprie e degli altri, le risorse
possedute, il tempo a disposizione per il raggiungimento degli obiettivi
prefissati.
2. CONTROLLO: l’istruttore
deve essere sempre vigile e controllare che l’attività programmata, attraverso
un continuo monitoraggio della stessa, possa svolgersi in base agli obiettivi
prefissati. Grazie ai continui feed‐back (segnali di ritorno), dedotti durante
l’attività di controllo, l’istruttore cercherà di garantire la necessaria
rispondenza tra attese ed avvenimenti.
3. AUTOREVOLEZZA: l’istruttore,
per gestire le persone, deve fare ricorso ad uno stile AUTOREVOLE e non
AUTORITARIO. Le proprie ragioni, i propri intendimenti non andranno imposti a
prescindere, ma andranno fatti accettare perché le persone riconoscono nel
soggetto autorevole comportamenti adeguati, competenza e capacità di
comunicare, equità ed equilibrio.
4. STABILIRE OPPORTUNE NORME
COMPORTAMENTALI: l’istruttore deve, affinché ci sia ordine e disciplina
all’interno del gruppo‐squadra (e non si corra il rischio di trovarsi di fronte
alla più totale anarchia), stabilire
opportune REGOLE (NORME
COMPORTAMENTALI) e fare in modo che vengano sempre rispettate. Inizialmente
nella categoria PICCOLI AMICI e PULCINI queste REGOLE verranno definite
dall’istruttore, con sviluppo di una morale ETERONOMA grazie alla quale ciò che
è giusto o sbagliato si determina sulla base delle valutazioni fatte dagli
adulti. A partire dalla categoria ESORDIENTI, anche i bambini potranno
partecipare alla formulazione di alcune REGOLE, dato che in questo periodo in
loro si svilupperà una MORALE AUTONOMA grazie alla quale ciò che è giusto o
sbagliato si determina all’interno di ciascun individuo.
5. COERENZA: l’istruttore deve
sempre gestire i problemi con la necessaria coerenza in modo tale che tutte le
persone gravitanti attorno a lui abbiano sempre la necessaria fiducia nel suo
operato. Avere la necessaria COERENZA presuppone la capacità di scegliere tra
le diverse alternative con
ponderatezza, lucidità e
tempestività.
6. COLLABORARE: l’istruttore
deve saper COLLABORARE, COOPERARE con tutte le persone che gravitano attorno al
team (gruppo‐squadra) per garantire la necessaria riuscita del progetto
tecnico‐educativo. L’istruttore deve sempre trattare le persone coinvolte nel
progetto, affinché si sentano stimolate e coinvolte nel progetto stesso, con
rispetto e cortesia.
SAPER EDUCARE
ALL’EMOTIVITA’
Ed ora l’ultima QUALITA’ (ma
non per questo la meno importante), quella che potrebbe fare la differenza
nella crescita dell’istruttore ed agire quale elemento di coesione tra tutte le
altre: SAPER EDUCARE ALL’EMOTIVITA’.
Senza EMOZIONI non ci potrà
essere APPRENDIMENTO (è risaputo che non si ha apprendimento senza
gratificazione emotiva) e ci potranno essere difficoltà nei rapporti
interpersonali; per riuscire a MOTIVARE i bambini, e stimolare in loro un
interesse (la volontà non esiste se non c’è interesse), bisognerà coinvolgere
la sfera emozionale.
Purtroppo nell’attuale
generazione esistono gravi problemi emozionali rispetto a quelle precedenti.
E per risolvere questi
problemi, vista la loro importanza per l’apprendimento, per i rapporti tra le
persone, l’AMBITO SPORTIVO, viste le carenze della scuola e della famiglia in
tal senso, rimane uno dei pochi ambiti educativi in cui si possa fornire quegli
strumenti emotivi necessari per dare avvio a comportamenti quali
l’autocontrollo, l’empatia,
l’autoconsapevolezza… qualità senza le quali risulterà difficile collaborare e
cooperare con gli altri (ed in questo modo creare la giusta mentalità di
squadra).
Il legame emotivo non si
costruisce quando il rapporto tra ISTRUTTORE e BAMBINO è un rapporto di
reciproca diffidenza o, addirittura, di assoluta incomprensione.
Per creare questo legame
emotivo risulta estremamente importante l’attività
dell’ISTRUTTORE.
Come potrà un ISTRUTTORE
“EDUCARE ALLE EMOZIONI” quando lui stesso non saprà viverle ed apprezzarle?
Quali saranno gli strumenti
che un ISTRUTTORE DELLA SCUOLA CALCIO dovrà utilizzare per educare i suoi
giovani calciatori alle EMOZIONI?
Gli strumenti saranno i
seguenti:
1. GRATIFICARE spesso i
bambini rinforzando in tale modo determinati comportamenti ed attività;
2. SAPERSI METTERE ALLO STESSO
LIVELLO PSICOLOGICO DEI BAMBINI, scherzando e ridendo con loro;
3. FARLI SENTIRE IMPORTANTI in
ciò che fanno ricorrendo ad esempi, aneddoti, metafore, sottili ironie, allo
scopo di sviluppare quel surplus motivazionale che possa aiutare i bambini a
superare i loro limiti;
4. l’istruttore dovrà far
sentire sempre il suo TOTALE COINVOLGIMENTO EMOTIVO nelle attività svolte senza
dare mai l’impressione di essere distaccato ed avulso dal contesto in cui i
bambini operano.
fonte:centrostudicalci
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