sabato 18 gennaio 2014

UNITA' DIDATTICA E SEDUTA DI ALLENAMENTO:




La realizzazione pratica del programma didattico deve avvenire attraverso sequenze di esercizi ben definiti e pianificati che prendono il nome di “unità didattiche”.
Esse sono costituite “dall’insieme di azioni didattiche preordinatamente programmate e realizzate in un intervallo temporale limitato in vista del raggiungimento di un particolare obiettivo specifico" (Tartarotti in Sotgiu-Pellegrini, 1989).
L'unità didattica è la struttura più elementare del programma.  Rappresenta l'elemento costitutivo di base su cui poggiano e vengono realizzati, secondo una definitiva organizzazione temporale, gli obiettivi generali e specifici del piano di lavoro.
Le risposte motorie devono intendersi come un processo dinamico di assimilazione dei determinati contenuti proposti, facenti parte di un complesso più ampio del quale l'unità ne è solo una microparte che si integra e si combina con altre unita, come gli anelli della stessa collana.
Sulla base degli adattamenti che si verificano, si costruiscono e si definiscono obiettivi di ordine superiore che si collegano con i precedenti, permettendo in tal modo di ottenere i presupposti e le potenzialità di crescita didattica.
Abitualmente, per semplicità organizzativa, l'unità didattica può coincidere con la singola lezione o con la seduta di allenamento, ma nel caso gli obiettivi ricercati siano complessi, l'unità didattica dovrà essere ripartita in più sedute.
Tuttavia il lavoro quotidiano, quello che nella terminologia calcistica viene chiamato seduta di allenamento, si compone di diverse fasi:
fase di avviamento (riscaldamento funzionale, preparazione fisiologica e didattica specifica)
fase centrale (indirizzo didattico, determinazione degli obiettivi, fase di carico vera e propria)
fase finale (defaticamento, verifica degli adattamenti, feed-back risultativi mediante verbalizzazione, ripristino di equilibri psicologici individuali e del gruppo)
LA FASE INIZIALE (o di AVVIAMENTO)
In questa fase è importante far sentire a proprio agio i bambini, creando sin da subito un ambiente gioioso e motivante.
I giochi iniziali, oltre a contemplare un’attività di gioco libero in spazi ridotti, potranno prevedere attività che riprendono i giochi popolari, che noi tutti conosciamo e che purtroppo tendono a non far più parte dell’esperienze motorie naturali del bambino.
Nella maggior parte dei casi queste proposte si legano molto bene agli obiettivi della lezione e diventano così propedeutiche alle esercitazioni che seguiranno.
Ad esempio:
1. gioco dello scalpo: molto coinvolgente per i bambini; sviluppa  capacità coordinative come l’orientamento nello spazio e l’adattamento e trasformazione dello spostarsi in funzione del comportamento di altri giocatori;
2. partite 3 contro 3: che rendono gradevole l’inizio della lezione, destrutturando di fatto la concezione tradizionalista che prevede la partita solo al termine della lezione.
Sempre nella fase iniziale è prevista un’attività di mobilità articolare generale o di controllo motorio, da abbinare, il più delle volte, all’utilizzo del pallone.
Ad esempio:
1. esercitazioni di palleggio – con il pallone in mano, colpire la palla con le diverse parti del piede e riprendere la palla in mano dopo un solo palleggio (mobilità dell’anca, della caviglia, ecc.). Oltre a favorire la mobilità articolare delle parti del corpo interessate favorisce la sensibilizzazione relativa;
2. attività pre-acrobatica: per far conoscere al bambino diversi aspetti legati al movimento del corpo in diverse situazioni, in volo o al suolo, cambiando i rapporti dei segmenti corporei tra loro. Percezioni importanti che determinano un sempre maggiore controllo motorio, in particolare nelle diverse “fasi sensibili” che vengono vissute.

LA FASE CENTRALE
Questo momento sarà impostato in funzione degli obiettivi da realizzare. Può essere organizzato secondo una sequenza logica che esprime il significato didattico che si vuole raggiungere e quindi il carattere specifico e le particolarità della fase curricolare.
La sequenza delle attività considerate dovrà favorire inizialmente apprendimenti di natura tecnica, mentre in un secondo momento si darà maggior spazio ad attività che richiedono un maggior impegno fisico.
La struttura a stazioni è spesso utilizzata in quanto permette un maggior coinvolgimento di tutti gli allievi ed è consigliata soprattutto nelle prime fasce d’età quando si deve lavorare a piccoli gruppi e su spazi ridotti.
Le attività che caratterizzano questa fase sono orientate prevalentemente a soddisfare obiettivi di carattere:
• TECNICO-COORDINATIVO - DALL’APPRENDIMENTO DEL GESTO TECNICO AL SUO UTILIZZO -: è il contenitore didattico in cui vengono inseriti tutti i giochi, le esercitazioni e le attività che determinano un apprendimento di tipo prevalentemente tecnico. Sostanzialmente vengono considerate le attività che sollecitano nel bambino l’acquisizione di informazioni sensoriali e percettive, base per un’adeguata strutturazione del bagaglio coordinativo (vedi paragrafo “Le capacità coordinative”), presupposto fondamentale alla formazione delle abilità tecniche;
• TATTICO-COGNITIVO - DALLA SOLUZIONE DI PROBLEMI INDIVIDUALI ALLA SOLUZIONE DI PROBLEMI COLLETTIVI -: è il contenitore didattico in cui vengono inserite tutte le attività che sollecitano nel bambino apprendimenti di tipo cognitivo e che gli consentono di conoscere diverse situazioni di gioco. In questo modo il bambino sarà continuamente sollecitato a risolvere in forma individuale prima e collettiva poi problemi legati alla natura del gioco.
La formazione tattica avrà modo di realizzarsi attraverso la strutturazione di giochi di natura situazionale e partite a tema, favorendo sul piano tecnico una scelta comportamentale efficace. Pertanto le attività proposte in questo contenitore determineranno un miglioramento della capacità di prendere decisioni, di elaborare “strategie” personalizzate (individuali), come anche la capacità di giocare in forma collettiva, apprendendo così i presupposti dell’”operare” in un contesto di squadra. Relativamente alle tre categorie, come accennato in precedenza, la definizione “tattico-cognitivo” dovrà essere riferita con più specificità, alle diverse età. Per quanto riguarda i Piccoli Amici tale contenitore didattico è stato suddiviso in giochi collettivi e in situazioni di gioco e partite”. Per quanto riguarda i Pulcini è stato suddiviso in giochi collettivi e situazioni di gioco e in giochi partita ed infine, per quanto riguarda gli Esordienti, in situazioni di gioco e in giochi partita.
L’effetto di tale suddivisione viene rappresentata sia nelle figure che ne illustrano i grafici relativi, sia attraverso le esercitazioni pratiche.
• FISICO-MOTORIO - DAGLI SCHEMI MOTORI DI BASE ALL’UTILIZZO DELLE CAPACITÀ CONDIZIONALI -: è il contenitore didattico che, attraverso specifici esercizi, determina apprendimenti e miglioramenti sotto il profilo fisico e del controllo motorio. Il giovane, a seconda dell’età considerata, ed in base perciò alle caratteristiche bio-fisiologiche dell’età, ha bisogno di essere stimolato relativamente alle diverse opportunità che l’organismo infantile presenta come risposta di adattamento funzionale. (vedi paragrafo “Le fasi sensibili”). Pertanto nei più piccoli sono previste maggiormente attività di tipo senso-motorio, piuttosto che puramente fisico. Comunque le attività pratiche proposte avranno sempre, per quanto possibile, una componente ludica e, possibilmente, la palla sarà sempre presente.
LA FASE FINALE
Al termine della lezione è opportuno lasciare uno spazio libero ai giovani calciatori che fino a quel momento, seppur divertendosi, hanno dovuto “sottostare” alle tue indicazioni. In questa fase, lasciando giocare liberamente i ragazzi, avrai la possibilità di verificare se i gesti proposti nella lezione sono stati appresi dai giovani, o comunque accettati, osservando se questi vengono riproposti spontaneamente.
Pertanto solitamente la fase finale coincide con un’attività, o con il gioco, in forma libera.
Questa fase rappresenta inoltre un momento importante per comunicare con gli allievi, riguardo i temi della lezione, al fine di verificare (feed-back) eventuali modificazioni sia a livello concettuale che nel comportamento

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