La
realizzazione pratica del programma didattico deve avvenire attraverso sequenze
di esercizi ben definiti e pianificati che prendono il nome di “unità
didattiche”.
Esse sono costituite
“dall’insieme di azioni didattiche preordinatamente programmate e realizzate in
un intervallo temporale limitato in vista del raggiungimento di un particolare
obiettivo specifico" (Tartarotti in Sotgiu-Pellegrini, 1989).
L'unità didattica è la
struttura più elementare del programma. Rappresenta l'elemento
costitutivo di base su cui poggiano e vengono realizzati, secondo una
definitiva organizzazione temporale, gli obiettivi generali e specifici del
piano di lavoro.
Le risposte motorie devono
intendersi come un processo dinamico di assimilazione dei determinati contenuti
proposti, facenti parte di un complesso più ampio del quale l'unità ne è solo
una microparte che si integra e si combina con altre unita, come gli anelli
della stessa collana.
Sulla base degli
adattamenti che si verificano, si costruiscono e si definiscono obiettivi di
ordine superiore che si collegano con i precedenti, permettendo in tal modo di
ottenere i presupposti e le potenzialità di crescita didattica.
Abitualmente, per
semplicità organizzativa, l'unità didattica può coincidere con la singola
lezione o con la seduta di allenamento, ma nel caso gli obiettivi ricercati
siano complessi, l'unità didattica dovrà essere ripartita in più sedute.
Tuttavia il lavoro
quotidiano, quello che nella terminologia calcistica viene chiamato seduta di
allenamento, si compone di diverse fasi:
• fase di avviamento (riscaldamento funzionale, preparazione fisiologica e
didattica specifica)
• fase centrale (indirizzo didattico, determinazione degli obiettivi,
fase di carico vera e propria)
• fase finale (defaticamento,
verifica degli adattamenti, feed-back risultativi mediante verbalizzazione,
ripristino di equilibri psicologici individuali e del gruppo)
LA FASE INIZIALE (o di AVVIAMENTO)
In questa fase è
importante far sentire a proprio agio i bambini, creando sin da subito un
ambiente gioioso e motivante.
I giochi iniziali, oltre a
contemplare un’attività di gioco libero in spazi ridotti, potranno prevedere
attività che riprendono i giochi popolari, che noi tutti conosciamo e che
purtroppo tendono a non far più parte dell’esperienze motorie naturali del
bambino.
Nella maggior parte dei
casi queste proposte si legano molto bene agli obiettivi della lezione e
diventano così propedeutiche alle esercitazioni che seguiranno.
Ad esempio:
1. gioco
dello scalpo: molto coinvolgente per i bambini; sviluppa capacità
coordinative come l’orientamento nello spazio e l’adattamento e trasformazione
dello spostarsi in funzione del comportamento di altri giocatori;
2. partite
3 contro 3: che rendono gradevole l’inizio della lezione, destrutturando di
fatto la concezione tradizionalista che prevede la partita solo al termine
della lezione.
Sempre nella fase iniziale
è prevista un’attività di mobilità articolare generale o di controllo motorio,
da abbinare, il più delle volte, all’utilizzo del pallone.
Ad esempio:
1. esercitazioni
di palleggio – con il pallone in mano, colpire la palla con le diverse parti
del piede e riprendere la palla in mano dopo un solo palleggio (mobilità
dell’anca, della caviglia, ecc.). Oltre a favorire la mobilità articolare delle
parti del corpo interessate favorisce la sensibilizzazione relativa;
2.
attività pre-acrobatica: per far conoscere al bambino diversi aspetti legati al
movimento del corpo in diverse situazioni, in volo o al suolo, cambiando i
rapporti dei segmenti corporei tra loro. Percezioni importanti che determinano
un sempre maggiore controllo motorio, in particolare nelle diverse “fasi sensibili”
che vengono vissute.
LA FASE CENTRALE
Questo momento sarà
impostato in funzione degli obiettivi da realizzare. Può essere organizzato
secondo una sequenza logica che esprime il significato didattico che si vuole
raggiungere e quindi il carattere specifico e le particolarità della fase
curricolare.
La sequenza delle attività
considerate dovrà favorire inizialmente apprendimenti di natura tecnica, mentre
in un secondo momento si darà maggior spazio ad attività che richiedono un
maggior impegno fisico.
La struttura a stazioni è
spesso utilizzata in quanto permette un maggior coinvolgimento di tutti gli
allievi ed è consigliata soprattutto nelle prime fasce d’età quando si deve
lavorare a piccoli gruppi e su spazi ridotti.
Le attività che
caratterizzano questa fase sono orientate prevalentemente a soddisfare
obiettivi di carattere:
• TECNICO-COORDINATIVO -
DALL’APPRENDIMENTO DEL GESTO TECNICO AL SUO UTILIZZO -: è il contenitore
didattico in cui vengono inseriti tutti i giochi, le esercitazioni e le attività
che determinano un apprendimento di tipo prevalentemente tecnico.
Sostanzialmente vengono considerate le attività che sollecitano nel bambino
l’acquisizione di informazioni sensoriali e percettive, base per un’adeguata
strutturazione del bagaglio coordinativo (vedi paragrafo “Le capacità
coordinative”), presupposto fondamentale alla formazione delle abilità
tecniche;
• TATTICO-COGNITIVO -
DALLA SOLUZIONE DI PROBLEMI INDIVIDUALI ALLA SOLUZIONE DI PROBLEMI COLLETTIVI
-: è il contenitore didattico in cui vengono inserite tutte le attività che
sollecitano nel bambino apprendimenti di tipo cognitivo e che gli consentono di
conoscere diverse situazioni di gioco. In questo modo il bambino sarà
continuamente sollecitato a risolvere in forma individuale prima e collettiva
poi problemi legati alla natura del gioco.
La formazione tattica avrà
modo di realizzarsi attraverso la strutturazione di giochi di natura
situazionale e partite a tema, favorendo sul piano tecnico una scelta
comportamentale efficace. Pertanto le attività proposte in questo contenitore
determineranno un miglioramento della capacità di prendere decisioni, di
elaborare “strategie” personalizzate (individuali), come anche la capacità di
giocare in forma collettiva, apprendendo così i presupposti dell’”operare” in
un contesto di squadra. Relativamente alle tre categorie, come accennato in
precedenza, la definizione “tattico-cognitivo” dovrà essere riferita con più
specificità, alle diverse età. Per quanto riguarda i Piccoli Amici tale
contenitore didattico è stato suddiviso in “giochi collettivi” e in ”situazioni di gioco e partite”. Per quanto riguarda i Pulcini è stato suddiviso in ”giochi
collettivi e situazioni di gioco” e in ”giochi
partita” ed infine, per quanto riguarda gli Esordienti, in ”situazioni
di gioco” e in ”giochi partita”.
L’effetto di tale
suddivisione viene rappresentata sia nelle figure che ne illustrano i grafici
relativi, sia attraverso le esercitazioni pratiche.
• FISICO-MOTORIO - DAGLI
SCHEMI MOTORI DI BASE ALL’UTILIZZO DELLE CAPACITÀ CONDIZIONALI -: è il
contenitore didattico che, attraverso specifici esercizi, determina
apprendimenti e miglioramenti sotto il profilo fisico e del controllo motorio.
Il giovane, a seconda dell’età considerata, ed in base perciò alle
caratteristiche bio-fisiologiche dell’età, ha bisogno di essere stimolato
relativamente alle diverse opportunità che l’organismo infantile presenta come
risposta di adattamento funzionale. (vedi paragrafo “Le fasi sensibili”).
Pertanto nei più piccoli sono previste maggiormente attività di tipo
senso-motorio, piuttosto che puramente fisico. Comunque le attività pratiche
proposte avranno sempre, per quanto possibile, una componente ludica e,
possibilmente, la palla sarà sempre presente.
LA FASE FINALE
Al termine della lezione
è opportuno lasciare uno spazio libero ai giovani calciatori che fino a quel
momento, seppur divertendosi, hanno dovuto “sottostare” alle tue indicazioni.
In questa fase, lasciando giocare liberamente i ragazzi, avrai la possibilità
di verificare se i gesti proposti nella lezione sono stati appresi dai giovani,
o comunque accettati, osservando se questi vengono riproposti spontaneamente.
Pertanto solitamente la
fase finale coincide con un’attività, o con il gioco, in forma libera.
Questa fase rappresenta
inoltre un momento importante per comunicare con gli allievi, riguardo i temi
della lezione, al fine di verificare (feed-back) eventuali modificazioni sia a
livello concettuale che nel comportamento
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